martedì 30 novembre 2010

Vox Populi - L'omosessualità di Mr Machoman



Riceviamo e pubblichiamo, come da sua richiesta, la mail di un nostro lettore che si firma Andrea R.
" Salve amici di occhioxdente,
ho letto qualche settimana fa il vostro commento all'outing di Tiziano Ferro, e trovandomi totalmente d'accordo con esso ( tra l'altro trovo che il suo libro di recente pubblicato sia un cumulo di banali sciocchezze ad uso e consumo di un pubblico ormai assuefatto ai reality shows e alle rivelazioni in salsa commerciale), vi scrivo per sottoporre all'attenzione vostra e dei vostri lettori una piccola lettera semi-aperta ad alcuni personaggi dello spettacolo che celano la loro omosessualità, e che spero vogliate pubblicare. Lascio a voi indovinare i nomi, ma vi assicuro che il mio fine non è fare del becero gossip.
All'attore italiano sex-symbol per eccellenza del nostro cinema, che fa acquistare in un noto negozio di giocattoli,nei pressi di piazza Navona a Roma, un peluche per sua moglie ed uno uguale per il suo amichetto,
All'attore di fiction tv di gran successo, che fa una corte da filo da torcere ad un barman campano,
Al famoso cantante,sposato e divorziato, già oggetto di gossip per le sue frequentazioni ai Fori Imperiali di Roma, quando era uno sconosciuto, che nega la sua omosessualità, mentre la sua storia d'amore con un biondo e giovanissimo modello efebico non era segreto per nessuno
All'altro cantante che forse per via dei troppi caffè, tacchina giovani biondi in discoteca,
Al maschio virile che seppure naufragato su qualche Isola,riesce a trovare il tempo per iscriversi ai siti di incontri gay
Ai palestrati della tv che si ritrovano lascivi e seminudi ai bordi delle piscine dei produttori e degli agenti,
Ai direttori di rete, che immolano finte fidanzate diverse ad ogni Festival di Sanremo, imponendo l'amante maschio in video, facendogli condurre trashissimi talk shows,
a tutti voi e anche ad altri, io chiedo, da omosessuale sano e sereno, perchè prendete in giro un pubblico che vede in voi , spesso dei modelli da seguire o degli amici quasi di famiglia? so bene che il nostro è un paese dove rivelare la propria omosessualità è un career risk, ma lo è molto meno di ciò che si pensi..non è che , vagamente e per caso , siete proprio voi i primi ad alimentare questa cultura? Vi sentite in pace con voi stessi quando affermate < ho tanti amici così >? così come? come voi? Io penso che la vostra sia solo arroganza, perchè pensate che forse tocchi solo ad un attore , bravo, ma non particolarmente bello, come Leo Gullotta per esempio, rivelare di essere gay, e non a voi divinità del sesso ? Una carriera è vacillante quando è costruita tacitamente proprio sulla menzogna,quando le sue fondamenta sono costituite dall'avvenenza in assenza di vera bravura. Siamo stufi...
Andrea R - Bologna "

mercoledì 24 novembre 2010

Luca Rustici: Innamorato della Musica - Intervista all'autore più Hot del momento

Eravamo poeti, Santi e navigatori. Poi, svanita la santità, siamo diventati cantanti. La verità, e stavolta senza stereotipi, ironie e sarcasmi, è che noi Italiani siamo un popolo di musicisti.
Alzi la mano chi non ha avuto un figlio, un fratello, un amico che non abbia suonato, almeno in un periodo della sua vita. L'italia brulica di musicisti, spesso capaci, in alcuni casi talentuosi e disciplinati, sempre comunque appassionati, che valgono molto più del cantante o della cantante di turno con cui (quando gli va bene) si esibiscono su un palcoscenico.
Luca Rustici è uno di quelli che ce l'ha fatta, conservando, da buon napoletano, la semplicità e la simpatia che lo accompagnano nella carriera da più di un ventennio. Fratello di Danilo e di Corrado (musicista e poi produttore per Baglioni, De Gregori, Zucchero...), ha inanellato una serie di collaborazioni (Mina, Bertè, Gigi D'Alessio, la Nannini, Noa, Noemi, Negramaro, Bocelli, Ivana Spagna, Audio2...) che lo rendono oggi uno dei professionisti più ricercati nel mondo discografico del Belpaese.
Abbiamo intervistato Luca alla vigilia di una partenza per Sanremo (aria di festival?...).

Luca, il Suo primo album “A FLOWER INTO THE POWER” è uscito solo nel 2010. Forse Luca Rustici, come tutti i grandi musicisti, ha dovuto vincere molti ripensamenti e timori prima di pubblicarlo?
L'album è stato registrato nel 1999, ci ho messo tanto a pubblicarlo non a causa di timori e perplessità quanto più per una sorta di gelosia della mia musica. La leggevo come una cosa molto intima. Ma poi ho deciso di "rimetterlo a nuovo" e pubblicarlo per condividere questo mio lavoro fatto con tanto amore.


Il fiore e il potere del titolo, sono un suggerimento a ritrovare l'armonia e ad impiegarla in tutte le cose che facciamo, ma potrebbero sembrare anche una critica al sistema discografico e musicale. Che ne pensa?
Be' , è evidente a tutti che il mercato discografico attualmente sta attraversando un periodo molto difficile, da cui spero esca presto. Le cose, soprattutto la musica, vanno fatte con e per amore, e non per altro.
"Luv" è carica ed appassionata come un torrido amplesso in musica, "Six/Four" ha echi jazz , "New Life" è come una sinfonia a tratti etnica... insomma una musica di respiro internazionale. Ci sono state influenze musicali nel Suo modo di comporre? Quali sono i Suoi referenti o semplicemente i Suoi musicisti ed autori preferiti?
Allora, il disco è pieno di influenze e di cose che ho imparato in 27 anni di carriera lavorando con tantissimi artisti Internazionali, sopra tutti come chitarrista ritengo che Allan Holdsworth sia un extraterrestre, come compositore Ennio Morricone, ma anche Brian Eno come produttore. Devo dire che di cose belle in giro ce ne sono, ma anche tantissime inutili e orrende


Ci parla di "A night in Sellia"? Ha a che fare con Sellia in provincia di Catanzaro gemellata con l'omonima Sellia in Creta?
Sì, è stata scritta proprio lì, in una calda notte d'estate, ed è il brano piu giovane di tutti.


Quando riascolta le canzoni da Lei composte, si accorge di avere una preferenza tra il cantato in lingua italiana e quello in lingua straniera?
L'inglese ha una musicalità straordinaria, inutile negarlo. Però quando una canzone è scritta bene e con un testo in italiano efficace... non c'è inglese che tenga!


Nel 2004 ha fondato la L'n'R Productions: ritiene che un musicista affronti con maggior sensibilità il lavoro di produttore?
E' ovvio. La mia è stata una scelta perfettamente consequenziale alla mia carriera di musicista e di innamorato della musica. 


In una carriera già così intensa di collaborazioni e incontri con altri artisti, gli aneddoti, i momenti felici e le incazzature saranno stati tanti. Si ricorda qualche episodio in particolare?
Ho lavorato con tantissimi artisti. Ognuno con le proprie specifiche caratteristiche. A partire dagli albori nella mia città ad oggi, a Milano. Artisti affermati e giovani, alcuni di grande talento, tutti hanno lasciato in me qualcosa. 


Lei lavora anche con i giovani dei talent show: che differenze ha riscontrato, tecnicamente e umanamente, tra le aspiranti star e i cantanti già affermati?
Che i primi hanno tutto da imparare e i più intelligenti ne sono consapevoli. I secondi hanno già una loro precisa personalità professionale, e il mio compito, in quel caso, è solo quello di cercare di far venire fuori il meglio in quella precisa situazione. Per il resto tutti, ma proprio tutti, abbiamo sempre bisogno di imparare.


Ci sarebbe posto per un talent di soli musicisti al giorno d'oggi, secondo Lei?
Forse avrebbe un po' meno pubblico, sarebbe più "di settore", ma sarebbe bello, certo.


Sappiamo che ha appena lavorato con la Strambelli (Patty Pravo): può anticiparci qualcosa?
Insieme ad Ania e Philippe Leon abbiamo scritto questo brano, di grande impatto, a mio parere, e la Pravo lo interpreterà dandogli il suo grande apporto, nel suo prossimo  album.


E oltre la Pravo? Lei ha fama di non fermarsi mai...
Per me è una grande onore. Come con Mina, ed altri grandi artisti, anche questa è una gran bella soddisfazione, in veste di autore. Ci si dà da fare, mai fermarsi altrimenti... sono guai!


And now... Luca ha un sassolino nella scarpa che vorrebbe togliersi?
Molti. Ma lascio parlare i fatti, non sempre c'è bisogno di parlare ;-)



lunedì 22 novembre 2010

Serata per un Cinema Accessibile

Giovedì 25 novembre, alla mostra delle tecnologie per la disabilità di Bologna, la proiezione accessibile del film “Si può fare” con sottotitoli e audiodescrizione.
La location è il teatro di posa della Fondazione Aldini, struttura che ospita Handimatica 2010, in gestione al Consorzio Digicittà di Bologna. Per la prima volta l’appuntamento biennale con le novità del settore delle tecnologie ICT per le persone con disabilità ospiterà una proiezione totalmente accessibile a non vedenti e non udenti.
Promotrice del progetto è l’associazione CulturAbile Onlus che, con il supporto di Handimatica e dei suoi partner e grazie al contributo degli sponsor, ha realizzato audio descrizione e sottotitoli per un film d’eccezione, “Si può fare” (2008) di Giulio Manfredonia, con Claudio Bisio, Anita Caprioli e Giuseppe Battiston.
Per leggere il comunicato stampa e per aggiornamenti:  www.culturabile.it  oppure www.handimatica.com
Per maggiori informazioni: Ass. CulturAbile Onlus,  tel. 0761402864 email info@culturabile.it

mercoledì 17 novembre 2010

Un viaggio lungo un sogno. Prima giornata Nazionale dell’Arte senza barriere

Siamo lieti di condividere con i nostri lettori l'invito ad un evento unico che si terrà in Italia, nella città di Roma. La Prima giornata Nazionale dell’Arte senza barriere, nata con l’obiettivo di promuovere l’abbattimento delle barriere della comunicazione in ambito artistico.Un'iniziativa dell'associazione culturale Li.Fra e del Municipio Roma II con il sostegno della Regione Lazio e il patrocinio del Comune di Roma, che avrà luogo il 5 dicembre 2010 al teatro San Leone Magno. Dibattiti, spettacoli, mostre, interamente accessibili anche a un pubblico non vedente e non udente. Performance di teatro, poesia, musica e danza usufruiranno dei servizi di sovratitolazione, audiodescrizione e interpretariato in LIS.
Per info e prenotazione biglietti:  349.4660127    328.3153540   06.99705756 Email: info@lifraweb.com.
Per consultare il programma www.lifraweb.com

venerdì 12 novembre 2010

Negramaro: l'attesa è finita.

Lunedì prossimo i Negramaro incontreranno la stampa a Milano per presentare il disco Casa 69.Invito courtesy of MN Italia- Ufficio Stampa



martedì 9 novembre 2010

PATTY PRAVO:NUOVO DISCO CON SANGIORGI, PENSANDO A NAPOLI.INTERVISTA ESCLUSIVA CON IL MITO



Diciamocelo subito: nell'Olimpo dei talenti Patty Pravo occupa un posto unico. La differenza non la fanno i percorsi artistici, la ricerca musicale, quella spirituale e il successo di pubblico, che pure sono comuni ai Grandi Artisti. La differenza è nella personalità.
Guardate Nicoletta Strambelli, alias Patty Pravo, nei filmati di inizio carriera, e noterete una sedicenne già avanti, cosi avanti che anche una ragazzina del 2010 al confronto sembra monotona, priva di brio, antiquata.
Volitiva, decisa, sicura, a tratti malinconica ma soprattutto lontana anni luce da cliché, convenzioni, ipocriti perbenismi e tortuosi ragionamenti che allontanano dalla realtà e mortificano l'istinto. Storie d'amore vissute e cantate, erotismo e spleen, momenti bui e straordinari successi, scelte "fuori" e clamorose rentrée, e tante, tante splendide canzoni.
Oggi Patty è ancora quella ragazzina, libera e divertita, seppure col broncio della professionista esigente. Dopo quarant'anni fans di ogni generazione e addetti ai lavori guardano ancora a lei in trepida attesa di un segnale, di un guizzo di genialità che da tanto manca al panorama musicale italiano.




Patty Pravo è in tourneè ininterrottamente da tre anni. L'abbiamo applaudita lo scorso settembre all'Anfiteatro romano di Benevento col SENZA VERGOGNA TOUR 2010. Spigliata, simpatica, comunicatrice, ottima forma vocale... ci dica, la dimensione live Le è piu congeniale dell' attuale mezzo televisivo?
Il palcoscenico è "casa mia"! Stare sul palco è Vita, comporta pathos,forza, empatia con il pubblico. Si chiama Live apposta!
La Tv è una cosa diversa, ma quando partecipo come ospite generalmente mi diverto! Poi ci sono dei programmi, tipo il Festival di Sanremo, dove invece subentra lo stress e tanti altri fattori che tolgono la naturalezza

Sul palco Il rapporto con la band sembra splendido. Ci parla dei " suoi ragazzi "?
La band ed io sul palco siamo una cosa sola! Poi i miei musicisti sono ragazzi per bene, con una splendida anima ... e ovviamente suonano bene!

Patty lei possiede da sempre il dono magico dell'incantare fans e critici, con la sua voce e con il suo carisma. Eppure il suo mito è anche stato alimentato da gossip, spesso ingiusti. Come se lo spiega? Forse Patty Pravo ha detto qualche no di troppo a persone che non riescono a brillare di luce propria?
In una lunga carriera, gossip o dicerie vengono fuori naturalmente!
Soprattutto anni fa, adesso trasgrediscono tutti, o quasi. Io comunque sono rock dentro, e quindi dico sempre quello che penso!

Si parla di un nuovo disco di inediti con due canzoni scritte da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Può anticiparci qualcosa? Ci saranno altri collaboratori , già noti al pubblico, per questo nuovo lavoro?
E' un Disco molto bello, a mio avviso. Giuliano Sangiorgi ha scritto due dei brani, dei capolavori. Poi ci sono Luca Rustici, Diego Calvetti, Marco Ciappelli, per altre belle canzoni, e alcuni giovani, perché io amo dare ai giovani autori delle opportunità.

La sua dizione del dialetto napoletano è quasi perfetta. Ha ancora in cantiere di incidere un disco di classici napoletani?
Non abbandonerò mai l'idea di incidere un Disco in napoletano,sicuramente dopo questo di inediti, un brano napoletano lo farò sicuramente.Ce l'ho nel mio studio e ogni volta che lo sento mi viene la pelle d'oca!

Massimo Ranieri torna in tv in prima serata Rai col teatro di Eduardo e Gianni Morandi, soppressa la riedizione di Canzonissima, condurrà il Festival della Canzone. I tempi sono maturi anche per un one woman show di Patty Pravo in TV?
Io sono d'accordo con voi! Perché non mandate una lettera alla Rai!?

A proposito di Sanremo, parteciperebbe al prossimo festival in gara o come ospite?
Con Sanremo in gara ho chiuso. Se mi invitano come ospite e mi danno la possibilità, oltre ad un Medley, di cantare anche un brano del nuovo Cd, magari mi danno anche un Premio alla Carriera, a Sanremo ci vado eccome! Voi ditemi chi ha in Italia, una carriera lunga 44 anni, e che nei Live attuali ha un pubblico anche di sedicenni?

Patty ha cantato tutto il meglio del cantautorato maschile italiano.Ma c'è una collega con cui inciderebbe un pezzo?
Queste sono cose che capitano, ci si conosce, ci si "sente" e allora si può anche pensare di duettare. Per indole non sono portata ai duetti, ma non si sa mai...

Nicoletta, ha un sassolino nella scarpa che vorrebbe togliersi? 
I sassolini sono troppi...  Per fortuna come tutti sanno indosso le Converse All Stars che ben sopportano i sassolini!

Un ringraziamento speciale a Rossella Martini del Patty Pravo Press Office per il sostegno e la collaborazione

lunedì 8 novembre 2010

Giovani Disposti A Tutto - La Guerrilla Continua...

La campagna pubblicitaria provocatoria firmata "Giovani disposti a tutto", in perfetto stile guerrilla marketing . che tanto scalpore aveva suscitato la scorsa settimana, entra in una nuova fase.
Riceviamo e pubblichiamo ora il Press Release che annuncia il seguito dell'iniziativa: NON PIU'

I manifesti di Giovani disposti a tutto che offrivano proposte di lavoro indecenti comparsi a Roma, Napoli, Bologna, Palermo e altre città italiane sono stati coperti e corretti.
Il sito Giovani disposti a tutto è stato occupato e reso per oggi inaccessibile.

“Giovani Disposti a Tutto” rappresenta quello che il mercato del lavoro chiede ai giovani che provano ad entrarci. Gli annunci che ha promosso non sono molto diversi da quelli che si trovano nelle bacheche delle università o nei giornali con le offerte di lavoro.

Ma Giovani disposti a tutto ha perso.
Abbiamo occupato il sito perché NON SIAMO PIU’ DISPOSTI A TUTTO.  E adesso le regole le facciamo noi.

Chi siamo?
Noi Siamo l’umiliazione che prova chi fa un colloquio e viene valutato da qualcuno che ha la metà delle sue competenze. Siamo l’insofferenza di chi legge annunci in cui si chiedono giovanissima età e lunghissima esperienza. Siamo la rabbia che prova un’intera generazione davanti a centinaia di annunci che offrono lavoro, ma senza la retribuzione.

Noi siamo soprattutto la voglia di ribellarci a tutto questo: ai lavori non pagati, ai contratti truffa, agli infiniti master che sembrano una tassa da pagare per trovare lavoro.
Invaderemo il web, le strade, i muri, le piazze con la nostra indisponibilità.

Mentre il mondo ci dice che dobbiamo essere disposti a tutto, noi invece diciamo NON +.

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domenica 7 novembre 2010

Quel Broncio che non passa.Intervista a Vanina Iodice ad un anno dal suo esordio letterario.

Broncio: 1/ segno di malumore o cruccio che appare nell'atteggiamento del volto. 2/ un enigmatico ritratto su tela dipinto da Fulvio Iodice. 3/ l'opera prima di una scrittrice napoletana. Pubblicato a fine 2009 da Kairòs, "IL BRONCIO", rappresenta l'esordio al grande pubblico di Vanina Iodice. Accolto con favore dalla critica e presentato in diverse città d'Italia, il romanzo è una storia d'amore ideale e tormentata insieme, caratterizzata da comprensione e totali incomprensioni allo stesso tempo, un viaggio nell'anima alla scoperta di UNA verità propria e di quella altrui. Un anno dopo, ancora non sopiti gli echi del successo editoriale, incontriamo la scrittice, impegnata in nuovi e svariati progetti



- Vanina, la sua è una famiglia di artisti. Suo padre Sergio è un noto autore di canzoni (attualmente sta lavorando con Toquinho), Suo zio, Fulvio Iodice, pittore, Suo cugino Gianluca, regista (vincitore del Sacher FilmFestival 2001 con "La Signorina Holibet", menzione speciale ai Nastri d'Argento 2004 per  "Ritratto di bambino")... L'Arte di saper comunicare, secondo Lei, è un dono o una caratteristica genetica?
Rispondere seriamente sarebbe un po’ come imbarcarsi senza documenti sull’Arca dell’Arte…  tutte A troppo maiuscole. Se voliamo più basso e parliamo di vena creativa…  se ci si nasce o ci si diventa, non saprei. Nel mio caso mi raccontano, e qualcosa ricordo, che cominciai a scrivere da piccolissima: scrivevo sempre, su tutto. Resta il fatto che, sulla distanza, la differenza la fanno la pratica, lo studio e la misura in cui si impara a far circolare liberamente, senza barriere interiori, le emozioni e le idee. Di questo sono profondamente convinta.


-  Si aspettava l'interesse e il successo per questo Suo primo romanzo?
Conosco bene la dura realtà editoriale di questo Paese. Non mi aspettavo nulla. In più, ho un pessimo rapporto con le aspettative, possono rendere la vita molto complicata. Ho faticato duramente per scrollarmi di dosso quelle altrui, forse questo mi ha insegnato a nutrirne poche di mie. Al loro posto ho cercato, credo con discreto successo, di coltivare passioni che facciano stare bene me per prima. Cerco di godere del viaggio, senza aspettare che da un momento all’altro si arrivi da qualche parte. Che gli altri apprezzino quello che si fa, ovviamente, ce lo si augura sempre. E quando succede, chi lo nega mente, tutto è assai più divertente, più dinamico, c’è molta più motivazione. 


 -  “Il Broncio” è un lavoro molto intimista, sembra nato da un’urgenza interiore. È così?
 Intimista…  non sono certa di riconoscermi appieno in questa definizione del romanzo. Che, certamente, indaga il mistero e segue il disegno di un doppio percorso privato in cui si mescolano e si trasformano l’amore e il dolore dei due protagonisti. Ma c’è sullo sfondo uno scenario di guerra e mediatico che, anche se non contestualizzato, è chiaramente attuale; ed è uno scenario che intende risignificare l’esperienza privata su un piano sociale, politico, ecologico anche, molto più ampio.

-   Si dice che la scrittura sia sofferenza, sacrificio. Ciò si applica anche alla stesura del Suo romanzo?
 Sofferenza, certamente sì. Non credo a un processo creativo senza sofferenza. Per quanto riguarda il sacrificio, non direi proprio. La sofferenza di cui parliamo è propedeutica, o concomitante, a un benessere che investe la sfera del profondo, sia in senso esistenziale, sia fisico vero e proprio. Non c’è sacrificio nel dedicare se stessi a un’esperienza simile. Il sacrificio, semmai, consiste nella mia lotta con il tempo, nei miei equilibrismi, nei miei tentativi di dedicarmi alla scrittura senza sradicarmi troppo dal quotidiano, dai rapporti…  dalle altre cose di cui ho bisogno per stare bene. E’ una lotta che ogni tanto comporta, sì, da una parte o dall’altra, dei sacrifici.

-   Jacopo, il protagonista maschile, è un inviato di guerra. C’è un perché dietro questa scelta?
Sì, c’è. La nascita del romanzo risale ad anni in cui la mia passata esperienza giornalistica aveva dentro di me un’eco ancora importante, è stata una scelta di campo immediata, automatica. In più ha contribuito l’aver vissuto molto da vicino, vicino alla sua famiglia, l’esperienza di guerra dell’inviato RAI Franco Di Mare, parliamo dell’Afghanistan, dei terribili eventi successivi all’11 Settembre del 2001, una pagina della Storia ancora aperta e sanguinante. Una pagina illeggibile.


-   “Il Broncio” è un romanzo molto dentro la testa dei suoi personaggi, ne sviscera pensieri e sentimenti. Si può definire lo scrittore come un inviato di un altro genere di guerra, quella dell’anima?
E’ una definizione interessante. La scrittura ha senso quando va ad indagare, dell’uomo, il lato oscuro, il teatro dei suoi conflitti, la complessità delle sue infinite contraddizioni. Quanto più si porta luce in questo terreno, quanto più ci si sgancia da quella atavica e pericolosissima concezione del mondo che lo divide in buoni e cattivi, quanto più ci si esercita a riconoscere, ognuno in se stesso, sia la parte che costruisce sia quella che distrugge… tanto più si indebolisce la necessità di tenere sempre il dito puntato contro un nemico di turno.


-   Teresa, questa donna affascinante e anche un po’ enigmatica, è continuamente alla ricerca della verità e dell’armonia. Una ricerca che però sembra celare un’inquietudine difficile a placarsi…

La verità è un concetto inafferrabile di cui, in modo per lo più intuitivo, si colgono frammenti. Questo, Teresa non lo capisce mai fino in fondo. E’ mossa da una tensione, da una ricerca, da una sete di verità tanto genuine quanto implacabili. Definire inquietudine quello che ne deriva, forse è anche poco.

-   Nel romanzo mancano precise indicazioni geografiche e persino della guerra non viene detto dove ha luogo né quando. Qual è il motivo di questa scelta?
Non è una scelta premeditata, è una caratteristica del mio modo di scrivere, forse un limite, un difetto d’immaturità, non so dirlo. Se avessi dovuto scrivere un libro ambientato a Napoli, per esempio, credo che sarebbe stato un libro decisamente più incazzato; un altro libro, forse. Non era quello che mi interessava. Mi interessava stagliare un’esperienza umana su uno sfondo che fosse ogni luogo e in un tempo che fosse oggi e sempre, nel tentativo di dare un respiro più ampio possibile ai risvolti della vicenda.


-   Il diario di Teresa è come una lunga lettera dal tono lirico che spezza con il resto della narrazione e appare come un tentativo disperato di afferrare l’essenza delle cose. Un tentativo destinato a fallire?
In parte sì, lo dicevamo prima a proposito della ricerca della verità. Questo non vuol dire che l’esperienza di ricerca di Teresa sia vana, vuol dire che il mancato riconoscimento del limite cambia faccia alla sofferenza senza guarirla. Ma è anche vero che nel renderla più consapevole getta forse il seme del cambiamento.


-  Le parole, lo dice anche Teresa, spesso sono inadeguate. Ma potrebbero essere anche un escamotage per attutire il dolore, per aggirare la nuda e brutale realtà dei fatti?
Mi sembra che Teresa alla nuda e brutale realtà dei fatti, con le parole, ci arrivi eccome. Il definirle inadeguate nasce da quella sua sete di un oltre sempre inafferrabile. La parola è un dono e un’arma al tempo stesso. La mia ambizione, nel caso del diario di Teresa, è stata quella di provare a rendere dono le sue parole per Jacopo, pur essendo fatalmente destinate a fargli del male. Che io ci sia più o meno riuscita, questa è un’altra storia.


-  Un esordio letterario è quasi sempre un salto nel vuoto. Lei come l’hai vissuto?
Io lo definirei piuttosto un tuffo nella pienezza! Questa pubblicazione è stata un’esperienza di grande crescita e di bellissimi incontri, di recuperi importanti, di congiunture incredibili che si sono create e che per certi aspetti hanno già cambiato il corso del mio presente. Motivi più che sufficienti per essere grata a Kairòs, al suo Direttore Editoriale Nando Vitali soprattutto, per aver creduto al romanzo da subito, senza incertezze.



-  Ci sono state influenze letterarie sulla Sua scrittura? Quali sono i Suoi referenti o semplicemente i Suoi scrittori preferiti?
Ovviamente, tutta la letteratura che ho amato ha influenzato la mia scrittura. Ma ci sono tre tappe che rappresentano tre punti di svolta decisivi dopo i quali, nella vita prima e nella scrittura poi…  lo dico con un’enfasi non del tutto inappropriata…  niente è stato più lo stesso. Mi riferisco alla mia esperienza Leopardiana dell’adolescenza, al mio innamoramento per la letteratura di Milan Kundera e alla mia scoperta di Sigmund Freud. Entrare nell’immensità della sua opera è stata una vera, meravigliosa rivoluzione.

-  Sappiamo che  sta già lavorando ad un nuovo romanzo. Può anticiparci il titolo e il contenuto?
Ovviamente no, nessuna anticipazione sul titolo. Ma una curiosità sì. Come per IL BRONCIO, la prima cosa a nascere è stato il titolo, poi la storia. Nessun quadro ispiratore, però, solo un’immagine interiore e una percezione tattile incredibilmente precisa, due parole che si sono accostate e fuse insieme creandone una nuova con un’anima tutta sua. Si tratta di una parola che nel romanzo assumerà un significato preciso e ricorrente, il filo conduttore di storie solo apparentemente disgiunte. È un romanzo molto più corale de IL BRONCIO, più personaggi, vicende e intrecci differenti, la metropoli e il mare, il passato e il futuro, vicini e lontanissimi allo stesso tempo. 



Pare che Lei sia anche impegnata in altri progetti e collaborazioni, dal cinema alla musica alle riviste letterarie...
Il viaggio che dicevamo, quello di cui si gode in quanto viaggio, non in quanto ansia di arrivare da qualche parte…  eccolo qua! Il punto di partenza sono state alcune delle congiunture innescate dalla pubblicazione de IL BRONCIO. Mi sto divertendo moltissimo, sto imparando un po’ della disciplina che mi manca, sto esplorando piani di scrittura completamente nuovi. La lotta col tempo, certo, è diventata ancora più complicata, ma ne vale la pena. Che cosa accadrà… vedremo.


-  E, di questi progetti, quello musicale nasce da una collaborazione paterna?
Ebbene, no. Nasce dall’incontro con la musicista siracusana Gabriella Barbagallo. Conoscere la sua musica mi ha fatto venir voglia di legarla a cose scritte da me, glielo proposi e lei accettò con gioia. Così, un anno fa nacque un sodalizio molto felice che gestiamo certo con un po’ di fatica, data la distanza, ma stanno venendo fuori cose di cui siamo molto soddisfatte. Sembrano esserlo anche alcuni discografici, i progetti sono numerosi e molto eterogenei. Ma scaramanzia e riservatezza, in questi casi, sono d’obbligo. In ogni caso, dedicarmi alla scrittura nella musica ha ovviamente a che fare con quello che ho respirato in casa fin da bambina: passavo molte serate nello studio di mio padre ad assistere alle sue sessioni di lavoro con i musicisti e i cantanti con cui ha collaborato, le mie agende erano piene di testi con cui mi esercitavo nella metrica, nell’uso della rima e delle assonanze... insomma, sto mettendo a frutto un allenamento antico. La cosa divertente è che aver cominciato a scrivere con Gabriella ha incuriosito anche mio padre e così sono nati anche un paio di pezzi scritti a sei mani, forse ce ne saranno degli altri, chissà. La musica, in questo senso, ha un po’ un valore di recupero, di ricongiungimento col passato, come un cerchio che si chiude, no?


-  Vanina, ha un sassolino nella scarpa che vorrebbe togliersi?
Sono una che si infiamma facilmente, il che vuol dire che nel bene e nel male tendo ad esternare in tempo quasi reale i miei stati d’animo. In molte circostanze questa caratteristica si rivela un difetto. Di buono c’è che tendo a non serbare rancore, quindi direi…  no, niente sassolini nelle scarpe. Macigni sullo Stivale, piuttosto, quelli sì. Ma questa…  è proprio un’altra storia.


martedì 2 novembre 2010

URGENTE AIUTACI A TROVARLO

Da circa tre anni non si hanno piu notizie del signor Elettore Del Pidielle, omosessuale trentenne, di cultura e classe sociale medio alta.
L'ultima volta è stato visto ai seggi elettorali. Ad alcuni amici che gli chiedevano "per chi voterai ? " aveva risposto "Silvio, of course ".
Da quel giorno non lo si riesce a rintracciare e gli amici con cui condivideva le giornate di lavoro e i momenti di convivio affermano di non averne più udito la voce. E sì che di tentativi per stanarlo ne sono stati fatti in più occasioni anche da parte del Capo del Governo in persona, il premier Silvio Berlusconi.
I carabinieri sono affiancati nelle ricerche da associazioni di volontariato, esperti di fonetica, psicologi e parenti. Tutti speranzosi che il signor Elettore del Pidielle, trentenne omosessuale, voglia tornare a far sentire la sua presenza. Anche solo per iscritto.

lunedì 1 novembre 2010

Madonna: quella caramella è un integratore.

È accaduto. E francamente non ci sorprende.
Madonna, la più grande Star del pianeta, salutista convinta, quasi un atleta del pop, da almeno vent'anni testimonial, suo malgrado, del fitness e dei benefici che una perfetta forma fisica procura, aprirà una catena di palestre in tutto il mondo.
La prima sarà inaugurata a Mexico City il 29 Novembre prossimo; seguiranno aperture in Russia, Asia, Brasile e resto d'Europa.
L'accordo raggiunto tra la Ciccone, il suo attuale manager Guy Oseary e Mark Mastrov della New Evolution Ventures (quello di  24 Hour Fitness per intenderci) darà vita agli Hard Candy Fitness Centers, dal nome dell'ultimo CD di inediti della cantante (Hard Candy-Caramella Dura, 2008).
I programmi di fitness, appositamente studiati per la clientela, comprenderanno kickboxing, yoga, pilates,capoeira, zumba, barwork e weight training.
Ma il tocco Madonna, che riflette il suo stile di vita, sarà presente anche nella scelta delle luci, del design, della musica e degli arredi, con sofisticate attrezzature per il controllo cardiovascolare e bar in cui saranno serviti centrifugati e frullati di frutta.
Ancora una volta non si può fare a meno di ammirarla. A 52 anni, Madonna ha ancora l'energia, l'ambizione e la curiosità di una ventenne, sebbene con l'acume della navigata donna d'affari.
Una sola cosa, da fans adoranti, vorremmo dirle, se mai potesse ascoltarci:
"Madonna, Lei che più che una caramella dura è come il chewing-gum, un'istituzione, un pezzo di storia, potrebbe fermare la sua trasformazione in marchio e tornare a regalarci piu spesso canzoni, film, musica, teatro e quant'altro sa fare, che ancora oggi la rendono unica nonostante stuole di cantanti e cantantucole che si affacciano ogni settimana al mondo dello show-business? In questi anni caratterizzati dal qualunquismo, da carriere inventate e da successi effimeri, sarebbe la cosa più 'tosta' (hard) che potrebbe regalarci". Slurp!