È andata. Abbiamo il nostro nuovo tormentone. Nostro perché sarà difficile non parlarne o solamente citarlo, anche per quelli di noi più raffinati, più distaccati o meno informati. Liberarsene sarà invece difficile per tutti, tanto ne saremo coinvolti, protagonisti o testimoni di continue discussioni sul Bunga Bunga.
Delle nuove rivelazioni sulla vita privata del premier Silvio Berlusconi e/o della cricca di personaggi che gli gravita intorno, inutile dirlo, non ne sentivamo la necessità (ah signora Lario, se almeno lei ci avesse detto tutto e anche di più a suo tempo, avrebbe appagato in una volta sola le nostre esigenze voyeuristiche e pettegole), in fondo ci siamo appena abituati all'idea di non possedere una Casa a Montecarlo né un lettone alla Putin.
Quale sarà il futuro, che poi è anche il suo presente, del bunga bunga è presto detto.
Lo ritroveremo su linee di abbigliamento e accessori , t-shirt e cappellini, magari mutande ma anche tazze e tazzine, orologi e bracciali. Uno, due, tre dj comporranno dance remixes appositi per divertire il popolo della notte nelle disco. Qualcuno inventerà una danza dalle movenze sceme e pacchiane, magari spacciandola per antica e tribale. Un trionfo per le suonerie dei cellulari. Tv, quotidiani, gossip magazines e riviste ci intratterranno con tutte le rivelazioni del caso che verranno fuori dai verbali di inchiesta. Qualche programma in salsa culturale ci ricorderà che il termine bunga si lega all'aneddoto raccontato anche da Repubblica in questi giorni ("Un gruppo di giovani ragazzi inglesi, tra i quali la scrittrice Virginia Woolf, che nel 1910 si travestirono da nobili abissini e si fecero ricevere con un cerimoniale a bordo della H.M.S. Dreadnought, la più potente nave da battaglia della marina britannica. A ogni meraviglia mostrata con orgoglio dai militari britannici, i giovani rispondevano con la parola bunga bunga").
Magari una ditta floreale si chiamerà così (il bunga è un fiore simile alla zinnia caratteristico dell'isola di Bali e zone limitrofe) e chissà quanti altri prodotti verranno fuori con lo stesso nome (un cioccolato al peperoncino?) E i buontemponi arricchiranno youtube con video parodie più o meno riuscite.
Ma secondo l’Urban dictionary, dizionario degli slang e dei neologismi, questa parolina dal suono buffo che rischia di finire persino sulla bocca dei più piccini avrebbe un significato di sconvolgente crudezza che ne ribalta la comica onomatopea: “Savagely brutal anal gang-rape”, una pratica punitiva di stupro in uso presso alcune tribù africane. Lo sapeva bene il premier che ci ha costruito su una barzelletta contro i suoi avversari politici.
Ecco, noi speriamo che gli italiani che si ricorderanno del vero significato del bungabunga, che è poi quello che l'intero affaire Ruby lascia sottendere ovvero il SESSO non finiscano anche in questa possibile trappola di una società edonista dedita al consumismo. Che ripudino l'aspetto violento e orgiastico e tengano per la loro intimità l'unico aspetto spontaneamente appagante del sesso.Quello di essere GRATIS.
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