La Repubblica di oggi dedica un articolo, inevitabilmente, a Veronica Lario, una presenza che aleggia di continuo ad ogni blitz scandalistico che coinvolge il suo, quasi ex, marito Silvio Berlusconi.
Nell'articolo si legge che "la signora non ha nulla da dire. Ha deciso di attenersi al riserbo più assoluto e chiede che questa sua scelta venga rispettata". Non parlerà, è inutile insistere. "In fondo - dicono -, ha già detto tutto in almeno tre occasioni. Non sta certo a lei difendere il prestigio e la dignità del Paese. Fino a prova contraria esiste una volontà popolare".
E si ricordano queste tre occasioni:
1) la lettera mandata alla stessa "Repubblica" e pubblicata il 31 gennaio 2007, qualche giorno dopo la battuta rivolta a Mara Carfagna da Berlusconi durante la premiazione dei Telegatti: "Se non fossi già sposato ti sposerei subito e con te andrei ovunque", Veronica Lario scrisse "Sono affermazioni che interpreto lesive della mia dignità e che per l'età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figli dal primo matrimonio e tre figli dal secondo) della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni".
2) un comunicato inviato all'Ansa alla fine di aprile del 2009, dopo la festa per Noemi a Casoria. È la denuncia del "ciarpame" politico: "Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire. (...) Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere".
3) la lettera al Corriere della Sera del 3maggio 2009 con la quale annuncia il divorzio: "La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni. Io ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene".
Lungi dal santificare la Lario, ci sembra doveroso a questo punto (un punto in cui i precedenti casi Noemi e D'Addario non possono essere piu considerati solo frutto di invenzioni o complotti), fare alcune considerazioni, anche perché gli Italiani troppo facili al giudizio affrettato, al gesto punitivo ("ben le sta"), spesso di memoria corta e in fondo di cultura ancora maschilista, a nostro giudizio han dimenticato troppo in fretta o forse mai preso seriamente in considerazione queste affermazioni, che poi celavano molto di più, lasciandosi fuorviare dal più lampante aspetto alla "anche i ricchi piangono".
Una donna che per decenni è stata accanto ad un uomo cosi potente, un uomo che ha costruito eccezionali fortune, un uomo coinvolto in numerosi scandali giudiziari, avrebbe avuto al suo arco frecce ben più letali da usare a scopo di vendetta. Perché avrebbe dovuto limitarsi a pubbliche lamentele ed invettive da moglie tradita se non fosse stato quello, l'indignazione, e null'altro a muovere il suo sfogo?
E a chi banalmente (si sa anche ad essere cattivelli ci vuole cervello) titolava VERONICA VELINA INGRATA, rispondiamo: primo, velina la Lario non lo è stata, e secondo, dov'è scritto che un matrimonio con un uomo ricco sia universalmente un matrimonio di interesse? La Storia è piena di mantenute e favorite che han ottenuto vantaggi economici ben piu solidi di mogli ufficiali. Per un' arrivista il matrimonio non sempre è una tappa obbligata, idem per un'arrampicatrice sociale (la Lario poi che in società si è vista ben poco e soprattutto a partire dai primi anni '90 quando cominciò l'ascesa politica del marito). E infine, a quale fazione politica opposta potrebbe mai servire un'alleata cosi potente, se fa del silenzio la sua linea di condotta?
A noi sembra che in realtà fosse tutto già scritto e chiaro da anni. Veronica Lario ha scelto dall'inizio di non interpretare il ruolo della First Lady, lei che pure attrice lo era stata, forse perché della politica italiana non comprende le danze. Bunga bunga compreso.
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